Immigrati, non cittadini?

L'immigrazione dai paesi extracomunitari (dall'Africa del Nord, ma anche dall'Africa subsahariana e dall'Asia) verso l'Europa occidentale è un fenomeno le cui dimensioni si allargano sempre più. E' naturale perciò che esso abbia stimolalo l'immaginazione inducendo qualcuno a tracciare scenari apocalittici nella prospettiva del terzo millennio. Uno sceneggiato televisivo americano raggiunge il culmine della drammaticità quando si vedono gli eserciti della Comunità europea aprire il fuoco, senza preavviso, su folle di extra-comunitari che, oltrepassate le frontiere, tentano di ripetere, su scala più ampia, quanto hanno già fatto le sparute avanguardie che le hanno precedute. Esse sono disarmate. Ciò che vogliono, infatti, è solo di potersi sfamare alla tavola del ricchi epuloni bianchi. Ma gli europei, che fino a quel momento avevano sottovalutato il fenomeno, ora lo temono, anzi ne sono terrorizzati: gli extra-comunitari sono ormai sul punto di superare quella che gli esperti chiama

no la ,"soglia critica",.

Enfatizzando il fenomeno della immigrazione extra-comunitaria, lo sceneggiato televisivo si fa interprete della preoccupazione, destinata a diventare in breve tempo qualcosa di ben più grave, di gran parte dell'opinione pubblica dei paesi della Comunità europea.

Sta proprio qui la necessità di affrontare tempestivamente questo fenomeno sulla base dei dati di cui disponiamo e delle loro proiezioni sugli anni a venire, come del resto si sta facendo in molti paesi europei, fra cui il nostro. Ma affrontarlo come? Le posizioni che finora si sono manifestate non appaiono soddisfacenti, tante sono le implicazioni che lasciano nell'ombra. E allora? La decisione di dedicare questo fascicolo al tema della immigrazione extra-comunitaria va considerata come un tentativo di offrire qualche elemento di riflessione su un fenomeno così coinvolgente, anche sulla base degli insegnamenti che possono venirci da altri paesi (ad es., gli Stati Uniti e la Francia).