Intervento pubblico e architettura dei mercati

I mercati alla cui architettura allude il titolo di questo volume sono quelli con i quali l'intervento pubblico interferisce (deve interferire convenientemente) onde rimediare - con misure di completamento, sostegno, correzione e controllo - a loro difetti di organizzazione e funzionamento.

Sono, in primo luogo, i mercati dei servizi di pubblica utilità, in quanto caratterizzati dalla presenza di importanti e non occasionali elementi di monopolio.

Di questi mercati la riflessione economica si occupa da molto tempo, e in particolare, più recentemente, in relazione allo sviluppo impetuoso dei processi di privatizzazione e deregolamentazione, con impegno sostenuto e ampia apertura tematica.

Esistono, però, anche altri mercati (come esemplificativamente quelli finanziari o quelli delle professioni) dove si ritrovano ugualmente misure di intervento pubblico regolamentatore, dettate e orientate da varie preoccupazioni: non soltanto, come nel caso precedente, conseguenti alla presenza di elementi di monopolio e di potere di mercato, ma anche a quella di altre circostanze di malfunzionamento dei mercati, quali le imperfezioni informative e le esternalità.

Gli studi raccolti in questo volume sono stati presentati in occasione della XIII Conferenza della Società italiana di economia pubblica, tenutasi a Pavia il 5 e 6 ottobre 2001, che al tema delle relazioni tra intervento pubblico e architettura dei mercati ha dedicato i propri lavori.

Gli studi affrontano, all'interno del tema generale, una varietà di aspetti specifici, spesso correlati tra loro. Questi vanno dalla regolamentazione alla concorrenza effettivamente ottenibile, alle authorities (che hanno il compito di attuare la prima e tutelare la seconda), alle asimmetrie informative (che condizionano le possibilità di ottenimento dei risultati sperati), agli incentivi. In effetti, le riforme recenti hanno operato su più fronti: si va dalle privatizzazioni alla costituzione di autorità indipendenti (energia, telecomunicazioni e radiotelevisione), alla regolamentazione tariffaria (con riferimento alla formula del price-cap ), all'introduzione della concorrenza in segmenti industriali dove preesistevano, senza un'effettiva giustificazione economica, condizioni di esclusiva monopolistica legalmente garantita, alla sperimentazione di nuove formule di regolamentazione.