Musica e occupazione.

Quali prospettive occupazionali oggi per il musicista?
Compositori, musicologi, giuristi ed economisti delineano percorsi didattici e lavorativi nell'ottica attuale di una conciliazione tra orientamento scolastico e offerta occupazionale.
La realtà alessandrina diviene così campione di un'indagine sulle prime ricadute della Riforma universitaria (legge 508/99), svolta attraverso l'analisi dei dati relativi all'istruzione superiore di I e II livello del recentissimo percorso di studi e l'elaborazione di interviste e questionari compilati da 78 diplomati del Conservatorio statale di musica "Antonio Vivaldi".
L'impatto con la professione raramente è preparato da esperienze che supportino l'ingresso nel mondo lavorativo, mentre a studi severi e selettivi fa seguito frequentemente la totale disattenzione delle istituzioni. Sottoccupazione e disoccupazione sono da collegarsi anche all'incidenza di stereotipi di genere che intervengono all'atto della scelta degli studi: l'andamento di iscrizioni e diplomi nel Conservatorio alessandrino conferma la dicotomia che inquadra - nell'immaginario sociale - gli ottoni e le percussioni (ricercati in orchestra) tra gli strumenti "maschili", il clavicembalo e l'arpa (meno competitivi nel mercato del lavoro) tra le scelte tipicamente "femminili".
Lo studio ripercorre quindi storicamente il binomio istruzione musicale-istituzioni teatrali nei secoli passati, per concludersi analiz-zando le tipologie contrattuali presenti oggi nelle istituzioni teatrali alessandrine, le scelte di cartellone dei maggiori teatri e la ricaduta del rapporto tra potere politico e direzione artistica sulla gestione e sulle scelte di cartellone.