Social farming in prison: Institutions as morphogenetic agents of reconstructive society

Titolo Rivista WELFARE E ERGONOMIA
Autori/Curatori Angela Genova
Anno di pubblicazione 2025 Fascicolo 2024/2
Lingua Inglese Numero pagine 17 P. 191-207 Dimensione file 109 KB
DOI 10.3280/WE2024-002013
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Overcrowding and harsh delivery of punishment characterise the Italian prison system. Nonetheless, labour in penal institutions should be a central aspect as a re-educative tool. Social farming is a specific declination of labour activities in prison with a high positive impact on prisoners. In Italy the number of prisoners involved in social farming activities has dropped in the last decade. The Marche region presents a reverse trend with an increase in the number of social farming activities in prisons. This study investigates the Marche region case study to evaluate its output and outcome in the background of reconstructive social theory by Vandenberghe. The qualitative research design adopted (short focused ethnography, interviews, focus groups) shows the number and characteristics of social farming outputs, and the outcomes for the prisoners, institutional stakeholders and citizens. The study highlights the importance of networking between different institutional stakeholders inside and outside the prison, the positive impact on the wellbeing of prisoners and the point of view of citizens and consumers of social farming products. The results highlight the role of social farming in prison as a morphogenetic agent of reconstruction processes for the institutional and administrative personnel, for prisoners and for all citizens as consumers of prison social farming products.

Il sovraffollamento e la durezza delle pene caratterizzano il sistema carcerario italiano. Ciononostante, il lavoro negli istituti di pena dovrebbe essere un aspetto centrale come strumento rieducativo. L’agricoltura sociale è una specifica declinazione delle attività lavorative in carcere con un elevato impatto positivo sui detenuti. In Italia il numero di detenuti coinvolti in attività di agricoltura sociale si è ridotto nell’ultimo decennio. Le Marche presentano una tendenza inversa, con un aumento delle attività di agricoltura sociale nelle carceri. Questo studio analizza il caso marchigiano per valutarne i risultati e gli esiti nel contesto della teoria sociale ricostruttiva di Vandenberghe. Applicando un disegno di ricerca qualitativo (etnografia breve e mirata, interviste, focus group), i risultati mostrano il numero e le caratteristiche dei risultati dell’agricoltura sociale e gli esiti per i detenuti, gli stakeholder istituzionali e i cittadini. L’analisi rileva il ruolo delle relazioni tra i diversi attori istituzionali all’interno e all’esterno del carcere, gli aspetti positivi sul benessere dei detenuti e il punto di vista dei cittadini consumatori dei prodotti dell’agricoltura sociale nel carcere. I risultati evidenziano il ruolo dell’agricoltura sociale in carcere come agente morfogenetico dei processi di ricostruzione per il personale istituzionale e amministrativo, per i detenuti e per tutti i cittadini consumatori dei prodotti dell’agricoltura sociale in carcere.

Parole chiave:lavoro; valutazione; breve etnografia; orto sociale; consumatori.

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Angela Genova, Social farming in prison: Institutions as morphogenetic agents of reconstructive society in "WELFARE E ERGONOMIA" 2/2024, pp 191-207, DOI: 10.3280/WE2024-002013