
A cura di: Sergio Marsicano
I nuovi pazienti della psicoanalisi
Pagine: 304
ISBN: 9788820489359
Edizione: 1a edizione 1995
Codice editore: 1240.111
Disponibilità: Fuori catalogo
A cura di: Sergio Marsicano
Pagine: 304
ISBN: 9788820489359
Edizione: 1a edizione 1995
Codice editore: 1240.111
Disponibilità: Fuori catalogo
L'espansione del modello psicoanalitico e delle sue possibilità applicative ha generato nuove sensibilità sociali e nuovi orizzonti di speranza, connessi all'illusione che una cura di parola potesse eliminare la sofferenza umana.
Il campo d'intervento clinico e sociale si è così esteso verso espressioni del disagio mentale e comunicativo che tendono ormai a includere pazienti inizialmente emarginati dall'ortodossia freudiana, come gli adolescenti, i bambini, i tossicodipendenti, i borderline.
Ne è derivato un intreccio tra clinica e ricerca, da cui sono emerse importanti pagine di pensiero e conoscenza, che sono andate oltre la descrizione delle isteriche di Freud, inaugurando nuovi percorsi d'indagine, nuove prospettive di cura e nuovi pazienti della psicoanalisi.
In questo libro, attraversando Freud e i lavori di molti pensatori postfreudiani che ne hanno seguito e oltrepassato il cammino - da M.Klein a W.R. Bion, da M. Mahler a F Tustin, da T. Senise a C. Alessandrelli Zucca, da D.W. Winnicott a O. Kernberg - vengono dunque illustrati aspetti storici, teorici e clinici, per favorire la comprensione relazionale dei soggetti autistici (L. Bellisario), degli adolescenti caratteriali (A. Voltolin), dei tossicomani (F Tagliagambe), dei borderline (C. Maffei).
S. Marsicano a partire da una riflessione dello stesso Freud - il quale suggeriva che è proprio la concezione newtoniano-kantiana dello spazio e del tempo a limitare la comprensione del tempo psicologico - , introduce alla lettura del libro con una riflessione neokantiana, per aprire verso una migliore comprensione delle molte manifestazioni mentali che si sporgono al di là delle psiconevrosi.
Una differente intensità emotiva, tra questi nuovi pazienti e il mondo che li circonda, ne diversifica infatti il vissuto temporale, come accadrebbe a più viaggiatori collocati in una dimensione relativistica del tempo. Il lavoro della cura diventa allora strutturale, ancor prima che di contenuto - come accadeva per la tradizionale parola freudiana - .
Lo psicoanalista e gli operatori socioeducativi possono pertanto pensare la propria relazione con il paziente come se fossero collocati in sistemi di coordinate psichiche diverse, in cui ognuno si muove a una propria intensità emotiva; nel linguaggio comune ciò si traduce in vissuti individuali (il mondo interno) e in riconoscimenti spaziotemporali (il mondo esterno), che non sono simultanei. Il lavoro della cura diviene cioè, innanzitutto, di sintonizzazione relativistica di intensità emotiva spaziotemporale.
Contributi: Laura Bellisario, Cesare Maffei, Fulvio Tagliagambe, Adriano Voltolin
Collana: Serie di psicologia
Livello: Studi, ricerche
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