Titolo Rivista MONDI MIGRANTI
Autori/Curatori Enrico Fravega
Anno di pubblicazione 2025 Fascicolo 2025/3
Lingua Inglese Numero pagine 25 P. 16-40 Dimensione file 442 KB
DOI 10.3280/MM2025-003002
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This article examines the materialities of the border assemblage in the central Mediterranean Sea and their impact on encounters and solidarities. By exploring the dynamics of maritime border securitisation, the study reveals how the Mediterranean, traditionally seen as a space of encounter, is increasingly depicted as a battleground. The research highlights the tension between practices of solidarity and border securitisation policies, which create friction among personal memories and social practices, public discourse and media narratives, legal devices, administrative measures, and policing practices. Through ethnographic fieldwork in key locations like Pantelleria, Lampedusa, and the Gulf of Gabès, the article uncovers the progressive racialisation of Mediterranean maritime spaces and the erosion of possibilities for spontaneous encounters and solidarities. The findings suggest that the material forms of the border assemblage contribute to the production of the migrant as a disturbing and threatening subject, transforming the Mediterranean from a space of encounter to one of suspicion and collision. This study calls for reconsidering the Mediterranean’s cultural geographies and the potential futures of its histories, challenging the hegemonic narratives that shape public discourse on migration.
Questo articolo esamina le materialità del border assemblage nel Mar Mediterraneo centrale e il loro impatto sugli incontri e sulla solidarietà. Esplorando le dinamiche della securitizzazione delle frontiere marittime, lo studio rivela come il Mediterraneo, usualmente visto come uno spazio di incontro, sia sempre più descrivibile come un campo di battaglia. La ricerca evidenzia la tensione tra le pratiche di solidarietà e le politiche di securitizzazione delle frontiere, che creano attrito tra memorie personali e pratiche sociali, discorso pubblico e narrazioni dei media, dispositivi legali, misure amministrative e pratiche di polizia. Attraverso un lavoro etnografico sul campo in luoghi chiave come Pantelleria, Lampedusa e il Golfo di Gabès, l’articolo svela la progressiva razzializzazione degli spazi marittimi mediterranei e l’erosione delle possibilità di incontri spontanei e solidarietà. I risultati suggeriscono che le forme materiali del border assemblage contribuiscono alla produzione del migrante come soggetto inquietante e minaccioso, trasformando il Mediterraneo da uno spazio di incontro a uno di sospetto e collisione. Questo studio richiede una riconsiderazione delle geografie culturali del Mediterraneo e del potenziale futuro delle sue storie, sfidando le narrazioni egemoniche che modellano il discorso pubblico sulla migrazione.
Parole chiave:migrazioni; Mar Mediterraneo; solidarietà; immaginari; border assemblage; regimi di mobilità.
Enrico Fravega, No more “Medi-terranean”. Border materialities in the central Mediterranean Sea and their effects on encounters and solidarities in "MONDI MIGRANTI" 3/2025, pp 16-40, DOI: 10.3280/MM2025-003002