Titolo Rivista MONDI MIGRANTI
Autori/Curatori Filippo Torre, Luca Giliberti
Anno di pubblicazione 2025 Fascicolo 2025/3
Lingua Inglese Numero pagine 26 P. 93-118 Dimensione file 308 KB
DOI 10.3280/MM2025-003005
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più
clicca qui
Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.
Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF
FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche
In recent years, within the context of the so-called European reception crisis, there has been a marked intensification of securitarian approaches to border management, accompanied by a rise in deaths along increasingly treacherous migratory routes. This process unfolds within a scenario of growing migratory turbulence and the escalating exercise of necropolitical violence and its humanitarian justification. The policies implemented by the European Union and third countries to control and contain irregular migration – framed within a paradigm that we define as “migration prohibition” – have proven ineffective, instead generating ripple effects that are problematic for different actors and spaces. This article presents the findings of a multi-sited collective ethnography conducted between December 2020 and April 2025 across the Mediterranean space between Italy and Tunisia, along an increasingly externalised border. The ethnographic data, emerging from interconnected research experiences between the island of Lampedusa and Tunisia, aim to contribute to the ongoing debate on Central Mediterranean migration. The study offers a transnational perspective and proposes a new conceptual framework for understanding current forms of border crossing, cohabitation, and the production of imaginaries within the Afro-European maritime space.
Negli ultimi anni, nel contesto della cosiddetta “crisi dell’accoglienza” europea, si è assistito a un rafforzamento degli approcci securitari nella gestione dei confini, accompagnato da un aumento delle morti lungo rotte migratorie sempre più impervie, in uno scenario che si inscrive in un quadro di crescente turbolenza migratoria e di intensificazione della violenza necropolitica e della sua giustificazione umanitaria. Le politiche adottate dall’Unione Europea e da Paesi terzi per controllare e contenere le migrazioni irregolari – all’interno di un paradigma che definiamo “proibizionismo migratorio” – si rivelano inefficaci, ma generano effetti a catena problematici per differenti attori e spazi. L’articolo presenta i risultati di un’etnografia collettiva multi-situata condotta tra dicembre 2020 e aprile 2025 nello spazio mediterraneo compreso tra l’Italia e la Tunisia, lungo una frontiera sempre più esternalizzata. I dati etnografici presentati, frutto di esperienze di ricerca interrelate tra l’isola di Lampedusa e la Tunisia, intendono contribuire al dibattito sulle migrazioni nel Mediterraneo Centrale, offrendo uno sguardo transnazionale e una nuova concettualizzazione delle attuali forme di attraversamento, convivenza e produzione di immaginari nello spazio marittimo afro-europeo.
Parole chiave:rotte migranti; frontiera marittima; proibizionismo migratorio; Mediterraneo Centrale; Lampedusa; Tunisia.
Filippo Torre, Luca Giliberti, Migration prohibition at the Tunisian-Italian border: stratification of sea journeys and (in)visibilisation of migrants in "MONDI MIGRANTI" 3/2025, pp 93-118, DOI: 10.3280/MM2025-003005