Compiti della politica, doveri della giurisdizione
Pagine: 368
ISBN: 9788846407504
Edizione: 1a edizione 1998
Codice editore: 1297.18
Disponibilità: Nulla
Pagine: 368
ISBN: 9788846407504
Edizione: 1a edizione 1998
Codice editore: 1297.18
Disponibilità: Nulla
Da anni ormai gli interventi giudiziari occupano le prime pagine dei media e turbano equilibri politici e vite di governi non solo in Italia, ma in tutto il mondo occidentale. Nel nostro paese c'è chi ha plaudito ad una affermata "rivoluzione per via giudiziaria" e chi, al contrario, ha denunciato il rischio di una ipoteca sulla seconda repubblica da parte di una "potentissima burocrazia-guardiana", la magistratura, appunto, analoga a quella militare che tiene "sotto il tallone le classi politiche democraticamente elette di certe democrazie latino-americane".
Mentre si fa sempre più evidente l'insufficienza delle categorie della "supplenza" giudiziaria e della "sovraesposizione" della magistratura a fornire una interpretazione attendibile di questa realtà, giurisdizione e politica sembrano porsi in un rapporto di inevitabile conflitto, prossimo al vicolo cieco. La ridefinizione dei rispettivi ambiti - a cui è dedicato questo volume - presenta, dunque, una straordinaria attualità.
L'indicazione - per Magistratura democratica - è chiara: le decisioni dei giudici non sono soggette ai vincoli di compatibilità che caratterizzano la politica, ma la giurisdizione non è in grado, per natura, di risolvere stabilmente le patologie del sistema; l'intervento giudiziario può/deve riconoscere e rimuovere ingiustizie e illegalità in atto, ma il motore e la garanzia prima del "vivere giusto" stanno in azioni e provvedimenti estranei alle aule di giustizia; la legalità senza politica si riduce, alla fine, a conservazione dell'esistente. Non per questo il quadro si semplifica. È anzi prevedibile che alcune moderne tendenze della politica (trasferita dal terreno delle idee a quello della pura gestione dell'esistente e dell'acquisizione del consenso) producano zone di conflitto sempre più estese tra sistema politico e giurisdizione.
È in questo contesto che si collocano, e si comprendono, i ricorrenti progetti di nuova Costituzione, perseguiti dapprima con l'evocazione di una assemblea costituente e poi con l'istituzione della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali. La posta in gioco, aldilà degli artifici verbali, è la continuità o la rottura del rapporto del sistema politico con la sua origine antifascista e il costituzionalismo moderno.
Contributi: V. Borraccetti, A. Capotosti, G. Caselli, C. Castelli, F. De Martino, C. Di Casola, L. Ferrajoli, A. Gialanella, G. Gilardi, C. F. Grosso, F. Imbergamo, F. Ippolito, L. Magliaro, I. Mannucci Pacini, R. Marino, G. Mati, E. Paciotti, A. Pennasilico, L. A. Pepino, R. Sanlorenzo, U. Spagnoli, L. Violante
Collana: Quaderni di Questione giustizia
Argomenti: Diritto, giustizia
Livello: Studi, ricerche
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