Verso una nuova cultura amministrativa? Il caso del MIPAF tra innovazioni e resistenze organizzative

Esiste ancora la "gabbia d'acciaio"? La pubblica amministrazione italiana rientra ancora nei parametri delineati da Max Weber nell'elaborazione dell'idealtipo burocratico? Questo lavoro cerca di interpretare alcune dinamiche recenti del pubblico impiego, per comprendere se sia in atto - anche in questo settore, storicamente molto "conservatore" e poco permeabile alle riforme - una transizione "post-moderna", o quantomeno un processo di allontanamento dal modello "modernista" dell'amministrazione pubblica, formulato per la prima volta dal sociologo tedesco.
La prima parte del libro tratteggia brevemente i passaggi fondamentali della transizione culturale dal "progetto della modernità" al "puzzle post-moderno", facendo esplicito riferimento anche alle recenti riforme concernenti il pubblico impiego in Italia.
La seconda parte opera un passaggio logico "dalla teoria alla prassi" e si occupa prevalentemente di alcune iniziative prese dal Ministero delle politiche agricole e forestali (MIPAF) - oggi Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) - in linea con le direttive e le esigenze di un'amministrazione di nuova concezione: più flessibile, più efficace ed efficiente e più attenta tanto alla soddisfazione dell'utente esterno, quanto a quella dei propri dipendenti; il tutto basato prevalentemente su un nuovo modello organizzativo e su un ruolo prioritario della comunicazione esterna ed interna. Non mancano i parallelismi con il mondo aziendale, spesso precursore - in quanto maggiormente flessibile ed aperto alle innovazioni rispetto al settore pubblico - delle nuove tendenze di riforma dell'organizzazione del lavoro. L'ultima parte del libro - logicamente collegata alla seconda - è costituita da un'appendice in cui sono riportate due indagini interne del MIPAF riguardanti la formazione interna ed il benessere organizzativo; due tra i concetti-chiave della nuova concezione del pubblico impiego, che sta faticosamente facendosi strada nell'amministrazione pubblica italiana.

Giuseppe Cammarota, dottore di ricerca in Istituzioni, diritto ed economia dei servizi pubblici (Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"), si occupa delle problematiche legate ai processi di innovazione e semplificazione nelle pubbliche amministrazioni.
Luigi Di Gregorio è ricercatore in scienza politica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università della Tuscia (Viterbo), dove insegna Analisi delle politiche pubbliche e Sociologia generale. Si occupa, tra l'altro, di politiche di immigrazione e della cittadinanza e di sistemi politici comparati.
Luciano Gambardella si occupa prevalentemente di comunicazione aziendale e sviluppo delle risorse umane. È direttore di un ente di formazione e collabora con numerose società di formazione di rilevanza nazionale. Svolge, tra l'altro, un'attività di dirigente sindacale nazionale.