Journal title  MINORIGIUSTIZIA 
                Author/s Devi Vettori 
                    Publishing Year 2025                 Issue 2024/4  
                Language Italian Pages 6 P. 113-118 File size 83 KB 
                DOI 10.3280/MG2024-004014 
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Questo contributo riflette criticamente sul concetto di “trauma adottivo”, interrogandosi sui limiti di una lettura rigidamente traumatologica dell’esperienza adottiva. Pur riconoscendo il dolore legato alla separazione dalla famiglia d’origine, si propone una visione più articolata e dinamica del trauma, inteso non come condanna permanente ma come ferita che può essere attraversata, elaborata e integrata. L’adozione, infatti, non deve essere ridotta a una narrazione di mancanza o deficit, bensì riconosciuta nella sua complessità, come esperienza identitaria che evolve nel tempo e che può essere generativa. Il testo evidenzia inoltre come la sofferenza delle persone adottate non derivi esclusivamente dal passato, ma venga spesso riattivata dal contesto sociale: dallo sguardo esterno, dagli stereotipi, dal “bionormativismo” che continua a privilegiare il legame biologico come unico modello legittimo di famiglia. In quest’ottica, il trauma adottivo è anche responsabilità collettiva e questione politica: liberare l’esperienza adottiva da narrazioni predeterminate è essenziale per favorire percorsi autentici di consapevolezza e appartenenza. Solo restituendo dignità e pluralità alle diverse configurazioni familiari è possibile promuovere una cultura inclusiva in cui le cicatrici non siano solo segni di sofferenza, ma anche tracce di ricomposizione e resilienza.
Keywords: trauma, adozione, memoria, identità, bionormativismo, responsabilità sociale.
Devi Vettori, Il trauma adottivo: ferita, memoria, responsabilità sociale in "MINORIGIUSTIZIA" 4/2024, pp 113-118, DOI: 10.3280/MG2024-004014