A cura di: Anna Caroleo
Il movimento cooperativo in Italia nel primo dopoguerra (1918-1925)
Pagine: 376
ISBN: 9788820452971
Edizione: 1a edizione 1986
Codice editore: 1573.75
Disponibilità: Discreta
A cura di: Anna Caroleo
Pagine: 376
ISBN: 9788820452971
Edizione: 1a edizione 1986
Codice editore: 1573.75
Disponibilità: Discreta
Negli ultimi anni si e registrata una ripresa dell'attenzione da parte degli studiosi verso la cooperazione, considerata, soprattutto nei periodi di crisi, come forma di impresa I£ alternativa" rispetto al sistema economico tradizionale. Nel campo più strettamente storiografico, tuttavia, la fase di sviluppo del movimento cooperativo nel primo dopoguerra non è stato sufficientemente approfondito. Eppure fu quello il periodo di più larga espansione e di più intensa elaborazione teorica. Il movimento cooperativo usciva dalla guerra rafforzato nelle sue strutture federative e consortili, proiettato verso l'acquisizione di più vaste aree di mercato. I più importanti settori, da quello agricolo e di consumo a quello della produzione industriale vera e propria, conobbero una fase di crescita senza precedenti, ponendosi in posizioni di concorrenzialità con l'impresa privata. Accanto a tali fenomeni permanevano però alcuni caratteri di frammentarietà e disgregazione, tipici delle origini della cooperazione italiana, mentre si verificava una crescente diversificazione sul piano politico-ideologico. Così, nel variegato panorama politico-sindacale del primo dopoguerra, si può affermare che non vi fosse partito o corrente o movimento che non avesse una sua "espressione" cooperativa, dalla socialista Lega nazionale delle cooperative, alla cattolica Confederazione cooperativa italiana, dalla Federazione delle cooperative ex combattenti alla sindacalista Alleanza cooperativa italiana fino alla cooperazione fascista.
Alla prima fase dì espansione, riconducibile agli anni 1918-20, seguì una fase di rapido declino, in cui alle ripercussioni della crisi economica si intrecciarono l'offensiva delle squadre fasciste e il mutato atteggiamento delle classi politiche dirigenti, che tentarono di riportare indietro il movimento, prima di tutto restringendo il credito statale.
Con l'ascesa al potere del fascismo, la disgregazione della rete organizzativa e le crescenti difficoltà finanziarie, la cooperazione attraversò una delle fasi più travagliate della sua storia. La formazione dello stato totalitario comportò lo scioglimento delle organizzazioni centrali, che non si riconoscevano nel partito dominante, ma la cooperazione in quanto sistema di impresa continuò, pure tra limiti e condizionamenti notevoli, a vivere ed operare nel sistema economico italiano.
Anna Caroleo (n. a Locri nel 1948) è ricercatrice di storia contemporanea presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Messina. E' stata borsista presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Napoli. E' autrice di un volume su "Le banche cattoliche dalla prima guerra mondiale al fascismo" (Faitrinelli, Milano, 1976). Ha collaborato con le riviste "Belfagor" e "Studi Storici". Attualmente sta conducendo uno studio sulle banche cattoliche nella crisi degli anni trenta.
Contributi: M. Degli Innocenti
Collana: Storia/studi e ricerche
Argomenti: Storia dei sindacati, e del movimento operaio e cooperativo
Livello: Studi, ricerche
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