Le vie per un governo del mondo
Pagine: 256
ISBN: 9788846416759
Edizione: 1a edizione 1999
Codice editore: 541.17
Disponibilità: Discreta
Pagine: 256
ISBN: 9788846416759
Edizione: 1a edizione 1999
Codice editore: 541.17
Disponibilità: Discreta
Il percorso che questo volume suggerisce, oltre che storico-politico, è anche geografico, sebbene nessun cartografo abbia mai tentato d'immaginare il volto che assumerebbe il nostro pianeta se a stabilirne le sorti fosse un'autorità sovranazionale, un Governo del Mondo. Della importante ramificazione "mondialista" del movimento pacifista tra Otto e Novecento, ossia del movimento per la confederazione mondiale, o per essere più precisi dell'ipotesi di un Senato del Mondo ("un areopago funzionante al di sopra degli Stati disarmati", per adoperare le parole felici di Luzzatto) assai poco si discorre sui nostri giornali, anche quando, come capita di constatare in questi ultimi tempi, pressanti interrogativi si pongono sul futuro delle Nazioni Unite.
Questo quarto volume, oltre ad una bibliografia degli scritti di Luzzatto sul tema del Governo del Mondo, è composto di articoli pubblicati a partire dagli anni Trenta, in un'epoca in cui il vocabolo "globalizzazione", oggi sulla bocca di tutti, non faceva ancora parte del lessico politologico. Come nei tre volumi precedenti la passione etico-civile dell'allievo di Claudio Treves ha modo di esprimersi a diversi livelli: brevi saggi autobiografici s'alternano a recensioni di libri, a resoconti di viaggi e di congressi internazionali. Ne viene fuori un panorama inedito per la storiografia italiana, quasi una scoperta di un mondo trascurato perché sbrigativamente considerato utopistico.
Guido Lodovico Luzzatto (1903-1990), un intellettuale eclettico, un critico d'arte raffinato, un commentatore politico arguto. Figlio di Fabio Luzzatto, uno dei pochi docenti universitari che rifiutarono il giuramento del '31, antifascista della prima ora, svolse attività giornalistica in tre settori: la politica, l'ebraismo, la storia dell'arte. Collaborò ai maggiori giornali clandestini dei fuoriusciti italiani legati al movimento socialista ("La Libertà", "L'Operaio Italiano", "Quaderni di GL") e fu particolarmente vicino alle posizioni di Claudio Treves.
Contributi: Alberto Cavaglion, Valeria Iato
Collana: Fondazione di studi storici Filippo Turati
Argomenti: Storia politica e diplomatica
Livello: Studi, ricerche
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