Prègola la non me voglia dementichare

Prègola la non me voglia dementichare

Studi linguistici sulle lettere di donne del Rinascimento

Dai carteggi di Ippolita Torelli, consorte di Baldassarre Castiglione, di Isabella d’Este, di Lucrezia Borgia, di Vittoria Colonna, di Bona Sforza e di altre nobildonne affiora la loro umanità, si svelano i loro molteplici interessi – tra cui la moda, il cibo e non ultime la diplomazia e l’amministrazione del potere – e giungono a noi con una lingua nuova, diffusa nelle corti e a uso anche delle donne: grazie a essa svolgeranno un ruolo di protagoniste non più silenziose di quella società cortigiana di cui le innovative istanze sociali, culturali e artistiche trasformarono i rapporti tra i generi.

Pagine: 144

ISBN: 9788835162711

Edizione: in preparazione 1a edizione 2025

Codice editore: 1940.19

«Prègola la non me voglia dementichare» (la prego di non volermi dimenticare) è la frase che Ippolita Torelli, novella sposa di sedici anni, scriveva in una missiva vergata faticosamente di suo pugno al consorte lontano, Baldassarre Castiglione, impegnato a Roma nei negozi diplomatici. Dai carteggi di Ippolita, di Isabella d’Este, di Lucrezia Borgia, di Vittoria Colonna, di Bona Sforza e di altre nobildonne affiora la loro umanità, si svelano i loro molteplici interessi, tra cui la moda, il cibo e non ultime la diplomazia e l’amministrazione del potere, e giungono a noi con una lingua nuova, diffusa nelle corti e a uso anche delle donne: grazie a essa svolgeranno un ruolo di protagoniste non più silenziose di quella società cortigiana di cui le innovative istanze sociali, culturali e artistiche trasformarono i rapporti tra i generi.
Perché nessun uomo di corte, come scrive Castiglione nel terzo libro del suo Cortegiano, dedicato alla virtù delle donne, può «essere aggraziato, piacevole o ardito, né far mai opera leggiadra di cavalleria, se non mosso dalla pratica e dall’amore e piacer di donne, cosi ancor il ragionar del cortegiano è sempre imperfettissimo, se le donne, interponendovisi, non danno lor parte di quella grazia, con la quale fanno perfetta ed adornano la cortegiania».

Roberto Vetrugno (1975) è professore associato di Linguistica italiana presso l’Università per Stra-nieri di Perugia. Le sue ricerche riguardano i carteggi rinascimentali: ha curato con Angelo Stella e Umberto Morando l’edizione dell’epistolario di Baldassarre Castiglione (Torino, Einaudi 2016), autore cui ha dedicato diversi studi (La lingua di Baldassar Castiglione epistolografo, 2010; Castiglione a Milano, 2021; Gli archivi di Castiglione, 2023; Per l’edizione della prima redazione del ‘Cortegiano’, 2024); sono raccolte qui per la prima volta le sue ricerche sulla lingua della scrittura epistolare di celebri donne del Rinascimento.

Premessa

1. La lingua cortigiana delle donne di palazzo

  • Il libro della cortegiana
  • Chi erano le donne di palazzo?
  • La lingua scritta delle cortigiane
  • Lessico cortigiano
  • L’italiano commune e il parlato
  • Il parlar faceto
  • I discorsi riportati nelle lettere

2. Le lettere autografe di Vittoria Colonna

3. Il carteggio tra Isabella d’Este e Lucrezia Borgia

4. Le corrispondenze europee di Isabella d’Este

  • Il carteggio con Beatrice d’Aragona regina d’Ungheria
  • Il carteggio con Bona Sforza regina di Polonia

5. «Prègola la non me voglia dementichare». Lettere di Ippolita Torelli Castiglione

  • I testi
  • Nota linguistica

Appendice

Bibliografia

Collana: Vulgare Latium. Lingua Testi Storia

Argomenti: Letteratura

Livello: Studi, ricerche

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